martedì 12 luglio 2011

VOGLIONO IMPEDIRE I RICORSI

UNICOBAS:URGENTE:VOGLIONO IMPEDIRE I RICORSI
(anche in allegato: fate circolare!)
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Sempre più difficile difendersi dalle ingiustizie: si scoraggia il ricorso alla magistratura per cause di lavoro tassando i contenziosi dei dipendenti pubblici e privati

La manovra correttiva di Tremonti (DL 98/2011, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 155) prevede la sostituzione dell’imposta di bollo con il contributo unificato degli atti giudiziari.
Nemmeno le cause di lavoro sono escluse da questo balzello che si esigerà già dal primo grado di giudizio (saranno esentati solo coloro che hanno un reddito annuo lordo inferiore a 21.256 euro).
Il contributo unificato è legato al valore della causa, cioè al valore delle somme richieste, a titolo di imposta al netto di sanzioni e interessi.
Il contributo, art. 37 comma 6 del DL 98/2011, andrà dai 30 euro per le controversie di valore sino a 2.582 euro fino ai 1.500 euro per le controversie di valore superiore a 200.000 euro.Insomma, per le cause di valore elevato, si passa da un centinaio di euro di marche a 1.500 di contributo.
Questa tassa iniqua porterà 103 milioni di euro nelle casse del Governo

Resi sempre più difficili anche i ricorsi al giudice di pace avverso le mute stradali, pensiamo in particolare a quei comuni che si stanno arricchendo attraverso l’installazione degli autovelox: veri e propri congegni per pedaggio. Infatti è scattato il 6 luglio l’aumento dal 10 al 20 % del contributo unificato che deve essere pagato da chi presenta ricorso al giudice di pace contro una multa stradale
Da oggi chi presenti un ricorso in materia di appalti, anche per importi modestissimi, è tenuto al versamento di un contributo unificato pari a duemila euro, analogo versamento (altri duemila euro) occorre poi effettuare laddove sia necessario presentare motivi aggiunti al ricorso.

Il contributo unificato, vale a dire “quella peculiare tassa dovuta dai soggetti in forza di una esigenza giurisdizionale ovvero di un’attività pubblica richiesta allo Stato”, è così divenuto, in tema di appalti pubblici, l’irragionevole richiesta “fiscale” avanzata dallo Stato, al di là del valore e della rilevanza della causa.
Si addebita al ricorrente un costo - totalmente anticipato - solo perché esercita una legittima facoltà riconosciuta dalla Costituzione.
Questo meccanismo limita l’esercizio del diritto di difesa, tutelato dalla Costituzione.
Coerentemente ai principi di uguaglianza sanciti dall’articolo 3 della Costituzione, il sistema fiscale è informato ai principi di progressività, l’incidenza del prelievo dovrebbe quindi crescere con l’aumentare della ricchezza sulla cui base il prelievo stesso è imposto. È legittima la previsione di un contributo unificato che in maniera del tutto indipendentemente dai principi di progressività grava solo per l’oggetto della causa, e a prescindere dal valore della stessa?


Queste norme pongano una questione di democrazia, perché di fatto rendono molto difficile il controllo di legalità sull’attività della pubblica Amministrazione, in quanto scoraggiano oltre ogni ragionevole misura la tutela giurisdizionale.
Basti pensare all’introduzione del contributo di ben 600 euro per i ricorsi straordinari, che invece erano sino a ieri un mezzo di tutela economico (per quanto lentissimo nei risultati).
Si afferma sempre più il principio che la tutela giurisdizionale è un fastidio per i "manovratori". Ma solo quando proviene dai cittadini per così dire "più piccoli", e non certo quando è collegata ai grossi affari. Insomma, questa manovra impone l’idea che la giustizia è solo al servizio dei ricchi e dei potenti.
Ed invece sono proprio i più deboli ad aver più bisogno del servizio della giustizia, perché non possono tutelare i propri interessi con la forza del denaro o delle conoscenze influenti, né con lo scambio di favori.

Mailbombing:

invia subito la tua protesta contro questa ingiustizia!
Copia il messaggio che segue e invia una mail agli indirizzi dei componenti della Commissione Bilancio del Senato

Indirizza a:azzollini_a@posta.senato.it, agostini_m@posta.senato.it, garavaglia_massimo@posta.senato.it, lusi_l@posta.senato.it, carloni_a@posta.senato.it, deangelis_c@posta.senato.it, ferrara_m@posta.senato.it, galioto_v@posta.senato.it, fleres_s@posta.senato.it, lenna_v@posta.senato.it, lumia_g@posta.senato.it, mascitelli_a@posta.senato.it, milana_r@posta.senato.it, morando_a@posta.senato.it, vaccari_g@posta.senato.it, latronico_c@posta.senato.it, piscitelli_s@posta.senato.it

Oggetto:Protestiamo contro la tassa per le cause di lavoro, di previdenza e assistenza obbligatoria, comma 6 dell’ art. 37 del D.L. 98/2011

Testo:Chiediamo che in sede di conversione del decreto legge 98/1011 la previsione sui costi del processo del lavoro sia definitivamente accantonata. La gratuità dei procedimenti giudiziari in materia di lavoro e di previdenza ed assistenza obbligatorie era rivolta a favorire un accesso agevole alla giustizia per la tutela dei propri diritti da parte dei lavoratori e delle parti deboli del rapporto giuridico considerato.
Con l’introduzione del contributo unificato salta uno dei principi fondanti il diritto del lavoro in questo Paese.
Pretendiamo pertanto lo stralcio del comma 6 dell’ art. 37 del D.L. 98/2011

1 commento:

MICHELE ha detto...

IO LA PROTESTA L'HO INVIATA, MA SERVIRA'? QUESTI ORMAI FANNO COME GLI PARE, L'OPPOSIZIONE NON ESISTE, SEMBRA QUASI CHE SIANO CONTENTI, TANTO LA FACCIA CE LA METTE LA MAGGIORANZA, E SE EVENTUALMENTE SI ANDRA' A VOTARE, COSA CHE NON CREDO POSSA ESSERE A BREVE DISTANZA, LA COLPA LA SCARICANO SEMPRE A QUELLO DI PRIMA. SPERIAMO CHE SI RISOLVA PURE IL NOSTRO PROBLEMA EX EE. LL. CERICHIAMO DI NON ARRENDERCI. UN SALUTO A TUTTI.