ATA/ITP ex EELL: Senza illusioni di Angelo De Finis
Senza illusioniAta/Itp ex EELL, solo la lotta paga.
Continua il lungo travaglio degli Ata/Itp ex enti locali. Campa cavallo che l’erba cresce.
Gli ultimi mesi hanno visto il verificarsi di alcuni avvenimenti degni di nota. Il 23 maggio si è svolta la manifestazione nazionale promossa dai Cobas, che ha sortito un incontro con i funzionari ministeriali che seguono la vicenda. Durante l’incontro la nostra delegazione ha sottolineato le discriminazioni subite dai lavoratori ed ha richiesto precisi impegni del ministero per una soluzione definitiva che preveda il giusto inquadramento stipendiale e la restituzione delle differenze retributive maturate, nonché l’inquadramento nelle classi di concorso dello stato per tutti gli Itp, secondo le qualifiche specifiche con cui sono stati assunti dagli enti locali. Il 16 giugno 2008, il Tribunale di Milano ha emesso un’ordinanza di rinvio pregiudiziale alla Corte di Giustizia Europea per una valutazione sulla legittimità del comma 218 art. 1 della L. 266/2005, con cui il governo Berlusconi trasformava in legge l’accordo che scippava i lavoratori del loro sacrosanto inquadramento. L’ordinanza, formulata previa sospensione di alcune cause promosse dai Cobas, ripercorre le tappe della questione e appare ampiamente motivata. I sindacati concertativi hanno, invece, subito abbandonato la vertenza legale non appena la Corte di Cassazione si è pronunciata negativamente nei confronti dei lavoratori con la sentenza 677/2008. Ecco cosa comunicavano Cgil, Cisl e Uil il 3 aprile scorso: In base al nostro ordinamento giudiziario, la funzione della Corte Suprema di Cassazione è quella di assicurare l'esatta osservanza e l'uniforme interpretazione della legge; le sentenze, quindi, hanno dato un netto indirizzo interpretativo, che di fatto pone fine alla vertenza legale per il riconoscimento dell’anzianità pregressa del personale degli EE.LL. transitato allo Stato, per effetto dell’art. 8 della legge 124/99. La Cassazione, infatti, si limita ad allinearsi all’interpretazione della Corte Costituzionale, escludendo anche un possibile rinvio della questione alla Corte di Giustizia Europea, affermando in conclusione che il mutato orientamento del Collegio trova il suo fondamento nella pronuncia della Corte Costituzionale n. 234/2007. Ad avviso degli Uffici Legali della Flc CGIL, CISL Scuola e UIL Scuola, pertanto, la vertenza giuridica relativa al personale ATA ex EE.LL. deve considerarsi conclusa sul piano legale, dal momento che i giudici delle due Corti superiori (Corte di Cassazione e Corte Costituzionale) del nostro ordinamento, con pronunce seppur discutibili, hanno, comunque, deciso in senso sfavorevole ai lavoratoriInsomma finalmente si sentono legittimati rispetto al loro scellerato accordo del 20 luglio 2000, accordo mai messo in discussione dalle signorie loro. Non si può affermare certamente che si siano mai pentiti per quello che hanno combinato. Se non ci fosse stato tale accordo, sarebbe stata applicata la legge e quindi riconosciuti tutti i diritti agli ATA /ITP ex Enti Locali.Preoccupa anche la conclusione del comunicato: Se, quindi, l’azione legale si è conclusa, resta aperta più che mai l’azione politica sindacale che verrà giocata al tavolo contrattualeCome dire: ritorniamo al tavolo delle trattative e, considerato i precedenti, accordiamoci con altri pasticci.In base agli obblighi comunitari cui lo stato italiano è tenuto, il nostro Parlamento ha dovuto recentemente già dare attuazione a una sentenza della Corte di Giustizia Europea, che ha riconosciuto l'anzianità pregressa di un operatore scolastico transitato dalla scuola francese a quella italiana (Legge 06/06/08 n. 101 art. 5). Ciò renderà inapplicabili le disposizioni e le clausole dei contratti collettivi incompatibili.Ora ci aspettiamo dalla Corte di Giustizia Europea, che esaminerà l'esposto della dott.ssa Mascarello di Milano, la condanna del Parlamento Italiano che legifera a suo piacimento, calpestando i principi minimi del nostro diritto per compiacere i governanti del paese delle banane (di destra o di sinistra che siano non fa proprio più alcuna differenza), e la condanna dei sindacati CGIL, CISL, UIL , SNALS con i loro accordi illegali, come quello del 20 luglio 2000, e la stipula di contratti ripugnanti. I nostri governi e i nostri sindacati concertativi faranno le loro brutte figure in Europa, e se lo meritano pienamente.Degna delle migliori telenovele è stato, poi, quanto ha fatto il Miur lo scorso 8 maggio: una circolare e una nota operativa alle istituzioni scolastiche per richiedere l’acquisizione dei servizi prestati sino al 31 dicembre 1999 dal personale Ata/Itp ex Enti locali trasferito allo Stato. In pratica sembrerebbe che non sappiano neanche chi siano gli Ata/Itp ex Enti locali. In realtà, tutto il personale ha consegnato ben otto anni fa i relativi certificati per i servizi prestati presso gli enti locali sino al passaggio allo Stato. Il nostro inquadramento, sia pure fittizio, è stato possibile proprio in base a questi dati già acquisiti dal Miur. Altra ennesima presa per i fondelli.Dulcis in fundo, la deputata leghista Goisis, ha presentato il 19 giugno una interrogazione parlamentare alla ministra per sapere cosa intenda fare il governo per districare questa matassa. La risposta del sottosegretario Pizza si è limitata a una cronistoria della vicenda e la Goisis si è dichiarata solo parzialmente soddisfatta. La presidente della commissione cultura della camera, Aprea, si è associataalla posizione della Goisis ed ha chiesto al rappresentante del governo di “impegnarsi” presso il Ministero dell'economia. Ricorderete che in Senato, alcuni anni fa, fu approvato un ordine del giornoche impegnava il Governo a ripristinare i diritti dei lavoratori, ma poi non è stato fatto nulla. Di questi finti tentativi, ce ne sono stati anche troppi.Una cosa è eclatante: tutti sono d’accordo nei fatti, a non riconoscere i diritti dei lavoratori Ata/Itp ex Enti locali. Cgil, Cisl, Uil, Snals e governo Prodi per primi con lo scellerato Accordo del 20 luglio 2000. Il governo Berlusconi, successivamente ha rincarato la dose, trasformando questo Accordo in legge. Non è certamente con la sudditanza verso politici che si potrà risolvere la nostra questione. Né tantomeno ragionando in termini clientelari. Un clientelismo vecchio stampo che a quanto pare si riproduce molto bene anche tra le nuove generazioni. Non è neanche continuando a dare fiducia a Cgil, Cisl, Uil e Snals. Tutti, come abbiamo constatato, colpevoli responsabili diretti della vicenda. Le responsabilità fondamentali restano però di chi continua a dare consensi a chi fa politica in questo modo demagogico e opportunistico. Finiamola con le processioni dai politici, con la cronica incapacità di reagire.È ora di avviare una stagione di contrasti e di rivendicazioni, senza delegare a nessuno la rappresentanza dei propri interessi.Angelo De Finis
giovedì 28 agosto 2008
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1 commento:
ci sono delle proposte concrete, ciè cosa fare materilamente?
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