mercoledì 24 giugno 2009

ARTICOLO DEL GIORNALE " LA PROVINCIA DI COMO "

dal blog degli ATA e ITP ex Enti Locali

LA PROTESTA FINISCE SUL TAVOLO DEL PREFETTO

Dall'amministrazione provinciale (o, in qualche caso, comunale) sono pas­sati alle dipendenze del ministero del­l'Istruzione, nel 2000. Il risultato? Gua­dagnano meno, perché non viene loro riconosciuta l'anzianità maturata. E si ritrovano persino a dover restituire al­lo Stato migliaia di euro (fino a 20mila, in sei anni), ottenuti dopo una prima sentenza favorevole, poi scavalcata dal­la Finanziaria 2006. La vicenda, ingar­bugliata ma dall'esito chiarissimo, coin­volge sul Lario circa cento tra bidelli e tecnici. Ieri mattina, una delegazione dei lavoratori è stata ricevuta dal prefet­to Sante Frantellizzi, che ha preso atto della situazione e si è impegnato a sot­toporre l'accaduto al ministero e a sen­sibilizzare l'amministrazione provincia­le comasca. I bidelli, intanto, devono fa­re i conti con stipendi ridotti di circa un terzo e con una situazione paradossale: «Ci sono colleghi con pochi anni di an­zianità che guadagnano quanto chi ne ha accumulati venticinque o trenta - spiega Diana Fusa­ro, che lavora al liceo Giovio - Non ci sembra una condizione accettabi­le. Sotto il profilo eco­nomico, veniamo trattati come se fossi­mo stati assunti da poco. Inoltre, prima avevamo uno scatto ogni due anni mentre adesso ogni sette, senza dimenticare che ora sono più previsti nemmeno i premi di produzione». Anche Laura Rossini, sempre del liceo di via Paoli, faceva parte della delegazione ricevuta in prefettura «Abbia­mo perso 213 euro dallo stipendio ba­se e dobbiamo restituire migliaia di euro nei prossimi anni.C'è chi aveva fatto delle scelte sulla base della vecchia retribuzione e adesso si trova spiazzato, in grave difficoltà». Le cifre da restituire oscilla­ no tra gli 1lmila e i 20mila euro. «In pro­vincia di Como - spie­ga Rossini - un centinaio di persone si trova a dover fare i conti con questo proble­ma. Chi oggi lavora nelle scuole su­periori proviene dall'amministrazione provinciale, quelli che lavorano nelle elementari e medie arrivano dai Comu­ni». In Italia il problema tocca circa 80mila lavoratori.
La delegazione è stata accompagnata in prefettura dal consigliere regionale del Pd Luca Gaffuri e dal consigliere comu­nale Bruno Magatti (Paco), che hanno seguito la vicenda: «La riduzione di sti­pendi già bassi e la richiesta di rimbor­si di quanto già percepito - commenta­no - generano situazioni difficili, cui si aggiunge la componente psicologica. Ci si trova infatti a lavorare al fianco di per­sone che ricoprono lo stesso incarico ma ricevono uno stipendio più sostan­zioso». L'obbligo di restituire parte del­le risorse assegnate è scattato proprio in questo mese: «Stiamo portando avanti - dicono i bidelli - un ricorso alla Corte di Cassazione. Cos'altro possiamo fare?»
Mi. Sa.

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