domenica 28 giugno 2009

DAL GIORNALE COBAS

Questo è il link dell´ultimo numero del giornale COBAS.
http://www.cobas-scuola.it/giornale/cobas43-web.pdf
COBAS 43 - giugno luglio 2009 15
di Alessandro Pieretti

Gli Ata-Itp ex enti locali
Da 10 anni si trascina anche un altro grave problema che affligge il personale Ata e Itp:
quello dei dipendenti degli enti locali passati coattivamente alla scuola senza il dovuto riconoscimento economico e professionale acquisito precedentemente, ma peggiorandone le condizioni contrattuali e pensionistiche.
Nel luglio 2000 Cgil-Cisl-Uil e Snals hanno firmato un accordo che, stravolgendo la ratio della stessa L. 124/1999, non rispettava la garanzia di mantenimento dell'anzianità pregressa e ha portato gli Ata e Itp transitati a percepire, a parità di condizioni, uno stipendio più basso dei colleghi già statali con cui lavorano gomito a gomito, meno di quelli rimasti negli enti locali, meno di prima.
Un bell'esempio d'attività sindacale concertativa, fatta in tempi di governi amici, contro cui da anni sono stati attivati migliaia di ricorsi. Le sentenze positive sono state però vanificate da un emendamento della finanziaria berlusconiana del 2006 che il successivo governo Prodi non ha toccato.
Dopo che le sentenze dei tribunali di mezza Italia hanno dato ragione ai lavoratori, quell'emendamento ha la pretesa di interrompere i regolari svolgimenti processuali delle cause di lavoro e di negare i diritti di questi lavoratori: per ben due volte (cosa del tutto inusuale) la Corte di Cassazione ha rinviato alla Corte Costituzionale la questione posta nei ricorsi. E oggi alcuni di questi ricorsi sono approdati alla Corte Europea dei Diritti dell'Uomo sulla base dell'art. 6, che vieta ad uno Stato di emanare leggi interpretative allo scopo di invalidare le sentenze.
Lo scorso 15 maggio, durante lo sciopero nazionale della scuola proclamato dai Cobas, faceva parte della delegazione ricevuta dal Miur anche un rappresentante dei lavoratori Ata ex enti locali che ha illustrato la situazione di questi lavoratori. Ovviamente le delegazioni al Miur non bastano, occorre, in attesa della sentenza della Corte Europea sulla questione, che i lavoratori Ata si mobilitino (prendendo come esempio i colleghi di Milano che questa primavera hanno mostrato una grande compattezza e decisione, organizzando assemblee molto partecipate e facendo sentire la loro voce all’Usr della Lombardia) per imporre al governo il dovuto riconoscimento dei diritti calpestati.

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