mercoledì 23 marzo 2011

LETTERA APERTA DEL SEGRETARIO UNICOBAS

LETTERA APERTA DEL SEGRETARIO DELL'UNICOBAS AL PROFESSOR NICOLA TRANFAGLIA

Caro Nicola,
sapevo che sarebbe stato inevitabile. Sei l'unica persona che ho trovato fra i quadri dirigenti dell'IDV (e sai che ne ho conosciuti parecchi) col quale si poteva parlare sapendo di non avere di fronte una cartolina. So bene che non ti hanno mai dato retta, né hanno mai capito nulla di ciò che proponevi: troppo grande il divario culturale, troppo profondo lo iato etico e morale, troppo poca l'esperienza e la consapevolezza politica, troppo grandi il vuoto e la mancanza di significato – è il cd. "post-ideologico" – in quel partito.
Anche quando l'Unicobas ha rotto con Di Pietro per l'evidente tradimento degli impegni presi sulla scuola con le ridicolaggini politiche di Zipponi – a fronte di un ddl scritto da noi e presentato da loro, che prefigurava una vera autonomia giuridica per la scuola, il Consiglio Superiore della Docenza, l'evidente necessità, affatto "ideologica", di un contratto specifico non a carattere impiegatizio, l'inopinata idea pan-operaista (in realtà politicamente pan-opportunista: scaricare lo specifico della scuola per cercare voti fra quanti hanno distrutto la scuola trattando gli insegnanti come “burocrati aggiunti”) di un comparto unico da travet con dentro persino l'Università – sapevo che non eri in sintonia col partito.
Così come sulla vergognosa vicenda dell'ennesimo tradimento sulla democrazia sindacale, consumato ancora due anni dopo la presentazione di quello scritto da noi (comprendente elezioni vere su lista nazionale, revisione del monopolio delle assemblee sindacali in orario di servizio in capo alle burocrazie concertative, etc.), con l'ennesimo ddl-truffa scritto ad uso e consumo delle OOSS monopolistiche che ripropone pedissequamente le vergogne attuali, propinandole anche al settore privato, compreso il divieto di voto per i precari e la sindacalizzabilità dei pensionati solo in capo ai sindacati che sono stati infilati nel CNEL dal caravanserraglio della politica del pensiero unico. Una vicenda che mostra appieno la coerenza di un partito con due ddl contrapposti nei due rami del Parlamento.
Mi chiedevo come facessi a resistere. Sappi che la stima nella tua persona, da parte mia, non è mai venuta meno. Troppo alto il tuo livello per fare come altri, accucciati all'ombra dell'ondivago istrione che, come ci racconti oggi, si sarebbe costruito imitando (o dovremmo dire ...invidiando?) la "verve" (sic!) di Bossi. Non c'è democrazia in un gruppo parentale allargato. Ce lo hanno fatto capire coi fatti anche le due precariucce iscritte all'Unicobas che l'Unicobas ha portato nel partito suggerendo a Di Pietro la creazione del Dipartimento Scuola nell'ambito del più generale Dipartimento Cultura da te gestito, accomodatesi nel partito senza proferir verbo quando il partito ha tradito tutti gli impegni presi col (loro) sindacato e che ora suggeriscono al "capo" persino le risposte da fornire al questionario degli studenti dell'UDS (congiuntivi compresi), rimasticando il patrimonio di proposte dell'Unicobas ancora sbandierato senza vergogna (ma in realtà “schifato”) da Di Pietro, uno che ha un rapporto conflittuale con la cultura (e non solo con la grammatica). Ti confesso che credetti in quell'operazione soprattutto perché a dirigere il Dipartimento c'eri tu, ma vidi presto, già per come eri considerato, che la cosa avrebbe avuto una fine ingloriosa.
Quello stato d'ombra non lo meritavi: benvenuto, bentornato alla politica. Sono certo che le nostre strade si ritroveranno presto.
Con affetto e considerazione
Stefano d'Errico (segretario nazionale dell'UNIcobas)

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