venerdì 19 dicembre 2008

DAL BLOG DEGLI ATA E ITP EX ENTI LOCALI

PER DIEGO
Caro Diego, neppure io so chi tu sia, ma, proprio perchè non ti conosco, non voglio esprimere alcun giudizio su quello che tu abbia effettivamente fatto o sulla tua capacità di comprensione delle cose che ho scritto, proprio perchè non mi piace sparare sentenze a vanvera. Intanto mi sono permessa di scrivere sul blog proprio per l’impegno che ho profuso in questi anni per aiutare i miei colleghi a sconfiggere l’ingiustizia di cui siamo vittime. Con l’aiuto di Margherita Recaldini di Sin.Cobas (ora SDL), che ha organizzato il primo ricorso a Milano, che ringrazio e saluto con affetto, ho avviato contemporaneamente in Piemonte, grazie ai COBAS, centinaia di ricorsi e, immediatamente dopo la sentenza positiva dell’avv. Sullam, abbiamo ottenuto il riconoscimento dei nostri diritti, già nel 2002, ad Alessandria, Tortona, Casale Monferrato, Acqui Terme, Mondovì, Cuneo, Ivrea, Pinerolo. Nel mio tempo libero ho controllato centinaia di decreti di temporizzazione per impostare i ricorsi, mi sono fatta una cinquantina di ricostruzioni di carriera in modo che le segreterie delle varie scuole non avessero alibi per applicare le sentenze. Nel 2004, per protestare contro il ribaltamento degli esiti positivi da parte della Corte d’Appello di Torino, con i COBAS di Torino abbiamo indetto uno sciopero regionale, organizzato una grossa manifestazione di protesta davanti al Tribunale e siamo riusciti a farci ricevere in Direzione Regionale per esporre le nostre ragioni. Mi sono sbattuta per diversi anni su e giù per il Piemonte, a Milano dall’avv. Sullam, a Roma per tenere i contatti con gli altri colleghi d’Italia e con gli avvocati dei COBAS. A maggio ho partecipato a Roma, in qualità di relatrice al convegno che i COBAS hanno organizzato sul nostro problema, al sit-in davanti al Ministero, e sono stata ricevuta dai funzionari ministeriali della Direzione Generale del Personale della Scuola con i quali abbiamo discusso a lungo delle nostre rivendicazioni e ai quali è stato consegnato un documento che ho elaborato personalmente. E’ vero non mi sono incatenata da nessuna parte, non ho fatto lo sciopero della fame, ma sono sempre stata coerente, ho messo a disposizione di tutti le mie competenze e non mi sono mai risparmiata. Non mi risulta di aver visto nessuno di quelli che sbandieravano incatenamenti e digiuni prendere iniziative concrete. Quanto alle mie affermazioni, puntuali, documentate, sempre supportate da riferimenti concreti, dirette ai responsabili delle nostre sofferenze (la Casta sindacale), le ho sempre sottoscritte senza ricevere smentite supportate da fatti, i soli che accetto e sui quali sono pronta a ricredermi. L’ultima lettera che ho inviato non ha certo rappresentato un’invettiva nei confronti di nessuno, ma solo lo spunto per un aiuto concreto a chi si trova nella terribile situazione di dover restituire immediatamente una somma esorbitante che non ha. Ribadisco che, a mio giudizio, queste Amministrazioni non agiscono correttamente: il Consiglio di Stato ha affermato ancora recentemente che il recupero di somme indebitamente corrisposte deve essere fatta nella misura non superiore al quinto dello stipendio “..senza incidere significativamente sulla sufficienza della retribuzione, secondo misure compatibili con le condizioni di vita in modo da assicurare in ogni caso i bisogni essenziali..”. A questo principio si sono attenute altre Direzioni del Tesoro e contro questa prevaricazione, ed evidente “punizione”, bisogna lottare con il supporto di quei legali che ci hanno aiutato in questi anni. Quanto alle iniziative tengo a precisare che sia io che altri colleghi che hanno lottato da subito abbiamo per anni scritto a redazioni di giornali e di trasmissioni televisive di denuncia senza ricevere alcun riscontro. In materia di incatenamenti e scioperi della fame, non ci succederebbe di sicuro come il sindaco Domenici di avere tutti i giornalisti attorno curiosi di conoscere i nostri problemi, ma molto probabilmente quello che è successo nel 2007 ai compagni dei COBAS che si sono incatenati alle inferriate di Palazzo Chigi per protestare contro il silenzio assoluto dei media e dei politici sullo sciopero della fame per i diritti sindacali che durava da 48 giorni : la polizia è intervenuta immediatamente malmenando quei poveretti già debilitati che sono finiti in ospedale e gli altri sono stati arrestati. Importante sarebbe invece che altri Dirigenti Scolastici prendessero l’iniziativa dei loro colleghi di Como-Lecco-Sondrio e che facessero emergere quella realtà che la Casta sindacale ha cercato di occultare trattandoci alla stregua di extracomunitari del comparto, usurpatori dei loro posti, furbacchioni che pretendono ingiustificati aumenti di stipendio. Un abbraccio a tutti. Rossella Arditi.

Nessun commento: