sabato 10 novembre 2007

STORIA DEL PERSONALE TRANSITATO DAGLI ENTI LOCALI ALLO STATO

ATA EX ENTI LOCALI

STORIA DEL PERSONALE TRANSITATO DAGLI ENTI LOCALI ALLO STATO

UNA DELLE TANTE MISERE PAGINE DELLA CRONACA POLITICA DEL NOSTRO PAESE

Tutto ha avuto inizio da una legge dello Stato (art. 8 Legge n. 124, 3 maggio 1999) che prevedeva il trasferimento dagli Enti Locali (Comuni e Province) allo Stato (Ministero della Pubblica Istruzione) del personale che prestava servizio presso le scuole.

A detto personale vengono riconosciuti ai fini giuridici ed economici l'anzianità maturata presso l'ente locale di provenienza. Il testo è chiarissimo e non ha bisogno di alcuna interpretazione.

Se le cose fossero rimaste così non ci sarebbe stato alcun problema.

Invece i sindacati CGIL, CISL, UIL, SNALS, attraverso un accordo con il primo Governo Prodi (accordo 20 luglio 2000) successivo alla legge che aveva previsto il trasferimento, stabilivano di non riconoscere tutti gli anni di servizio (anzianità fittizia).

CGIL, CISL, UIL, SNALS dissero ai lavoratori indignati che si trattava solo di un primo inquadramento provvisorio e che presto avrebbero sistemato la questione...; infatti... hanno completamente ignorato questo problema in tutti i successivi rinnovi contrattuali (15 marzo 2001, 24 luglio 2003, 22 settembre 2005 e naturalmente anche in questo ultimo contratto 2006-2009, sottoscritto dalle parti domenica 7 ottobre 2007)......!!!

I circa 80 mila lavoratori in tutta Italia, tanti sono gli ATA Ex Enti Locali, per far valere i loro diritti hanno dovuto quindi esporre ricorso davanti al giudice. Seguirono migliaia di sentenze favorevoli ai lavoratori. Il Ministero della Pubblica Istruzione si è sempre appellato a tutte le sentenze.

Si arriva alle sentenze della Corte di Cassazione, praticamente l'ultimo grado di giudizio, la quale chiarisce in maniera netta ed indiscutibile che: "l'accordo sindacale 20 luglio 2000 è privo di natura normativa" e che ai dipendenti vanno riconosciuti tutti gli anni di servizio prestati presso l'ente di appartenenza secondo quanto stabilito dalla legge 124 del 1999.

In uno Stato di diritto la vertenza si sarebbe chiusa qui, adottando provvedimenti per l'estensione delle decisioni giurisdizionali della suprema Corte di Cassazione a tutti i lavoratori interessati. Ma in Italia, dove ormai non si garantiscono più neanche i diritti minimi, questo principio giurisprudenziale viene stravolto.

A questo punto entra in gioco il Governo Berlusconi. Il quale per completare l'opera non finita del precedente Governo Prodi, emana prima una disposizione con la quale vieta a tutte le amministrazioni pubbliche di adottare provvedimenti per l'estensione di decisioni giurisdizionali aventi forza di giudicato, o comunque divenute esecutive, in materia di personale delle amministrazioni pubbliche (art. 132 della Legge Finanziaria 2005), in modo da non fare estendere le decisioni dei giudici della Corte di Cassazione agli altri lavoratori interessati. Poi inserisce nella finanziaria 2006 l'accordo sindacati – Governo Prodi, in sostanza l'accordo diventa legge (art. 1, comma 218, legge 23 dicembre 2005, n. 266).

Nonostante questa legge truffaldina (finanziaria del governo di centro-destra), i giudici hanno continuato ad emanare sentenze a favore dei lavoratori, sia in primo grado sia in appello. I giudici del lavoro nelle sentenze hanno affermato che le leggi non possono avere valore retroattivo e quindi quella del governo berlusconi non può in questo caso essere applicata, perché è la legge 124 del 1999 che ha permesso il trasferimento degli ATA Ex Enti Locali.

Si aspettavano quindi le prime nuove sentenze della Corte di Cassazione che, considerato il proprio precedente orientamento giurisprudenziale a favore degli ATA Ex Enti Locali, avrebbe potuto questa volta porre finalmente la parola fine a questa assurda situazione.

Ma per una specie di persecuzione senza fine nei confronti di questi lavoratori, in una nota della FLC CGIL. pubblicata sul proprio sito internet in data 18/09/2006, naturalmente dello stesso orientamento è la CISL e UIL., si comunica quanto segue: Lo stato delle vertenze è il seguente:

molti giudici (di primo o secondo grado) hanno accolto i ricorsi riconoscendo le ragioni dei lavoratori nel presupposto la norma della finanziaria non potesse interpretare retroattivamente la legge 124/99;

altri giudici (di primo o secondo grado), hanno, invece, accolto la nostra tesi sulla illegittimità costituzionale del comma 218 dell'art. 1 della Finanziaria ed hanno rimesso il ricorso alla Corte Costituzionale perché questa decida sulla legittimità costituzionale di detto comma;

la Cassazione, invece, stante l'avvenuta rimessione (rinvio) alla Corte della questione di legittimità costituzionale ha deciso di attendere il giudizio della Corte e, quindi, non ha ancora deciso i ricorsi già presentati presso la Cancelleria.

La FLC CGIL rivendica in pratica di essere riuscita, dopo aver affidato ad un pool di legali con la presenza di esperti costituzionalisti la difesa dei lavoratori nei vari gradi di giudizio, a convincere i giudici nel rimettere i ricorsi alla Corte Costituzionale perché questa decida sulla legittimità costituzionale del comma 218 della finanziaria 2006 (governo berlusconi).

Le conseguenze sono la sospensione dei processi di primo e secondo grado e la decisione della Cassazione di attendere il giudizio della Corte Costituzionale prima di esprimersi.

Ma se i processi si vincevano perché porre la questione alla Corte Costituzionale?

Infine, la pronuncia della Corte Costituzionale, la quale, con la sentenza n. 234 depositata in data 18 giugno e pubblicata il 26 giugno 2007 afferma qualcosa di veramente sconcertante: le leggi possono avere valore retroattivo, quindi, la legge emanata dal governo berlusconi nel dicembre 2005 è legittima perché ha recepito un accordo precedente sottoscritto con i sindacati CGIL, CISL, UIL, SNALS. Con questa pronuncia la Corte Costituzionale ha sancito un principio per cui a distanza di anni, con una norma interpretativa, nei fatti si stravolge il significato dell'art. 8 della legge 124/99 già sancito in maniera univoca dalla Corte di Cassazione. Tale decisione, ora ricade su 80.000 lavoratori ATA/ITP, che non hanno avuto la possibilità di scegliere se essere trasferiti o no dagli EE.LL. allo Stato. La situazione dopo la sentenza è paradossale.

Ci saranno:

persone pagate diversamente pur avendo lavorato lo stesso numero di anni;

lavoratori trasferiti obbligatoriamente verso un'altra amministrazione che subiscono una perdita
economica effettiva perché pagati meno che nel settore di provenienza;

lavoratori che, in presenza di una sentenza non passata in giudicato, dovranno restituire migliaia di euro e ritornare di colpo ad un stipendio mensile più basso;

lavoratori la cui sentenza è passata in giudicato (sentenza della Corte di Cassazione) che continueranno a ricevere uno stipendio correttamente rapportato all'effettivo servizio prestato.

Nessun politico destinatario della lettera aperta datata 20 settembre 2007, pubblicata su ReteScuole, inviata dagli ATA Ex Enti Locali di Terlizzi BA alle autorità politiche nazionali e al Presidente della Regione Puglia, ha dato, sino ad oggi, un cenno di riscontro. Lettera aperta
Nel nuovo contratto della scuola 2006-2009, sottoscritto dalle parti domenica 7 ottobre 2007, non è riportato nulla per gli ATA Ex Enti Locali.

Nella prossima legge finanziaria 2008, almeno fino ad oggi, non è previsto nulla.

La CGIL, CISL, UIL e SNALS non hanno neanche ritirato quello sciagurato accordo del 20 luglio 2000. Un gesto che oggi potrebbe sembrare simbolico e formale, ma in realtà è un atto dovuto nei confronti di 80 mila lavoratori. Il provvedimento legislativo inserito nella finanziaria 2006 dal governo Berlusconi, comma 218 legge 23 dicembre 2005, e la stessa ultima sconcertante sentenza della Corte Costituzionale, sono impostate proprio sull'interpretazione autentica di tale accordo. Una interpretazione autentica degli accordi sindacali non può configurarsi come azione unilaterale del Governo ma si definisce sempre nel confronto con le parti sociali.
Quindi, i segretari nazionali di CGIL, CISL, UIL e SNALS, se vogliono riacquistare dignità, devono togliere la firma dall'accordo del 20 luglio 2000. Saranno mai capaci di farlo?

Per quanto riguarda l'attuale secondo governo Prodi, questo ha l'aggravante, rispetto al precedente, di avere a pieno titolo nella propria coalizione la cosiddetta "sinistra radicale", la quale non solo non ha più nulla di radicale, ma riconferma giorno dopo giorno la propria impotenza. Il PRC è diventato in realtà "partito né di lotta né di governo", mentre perde ogni contatto con i lavoratori e con il movimento, non viene neanche tenuto in alcuna considerazione nel governo.

Dopo aver esaminato la storia di questo furto ai danni dei lavoratori, iniziato dall'allora Governo di centro-sinistra (primo governo Prodi) con la complicità di CGIL, CISL, UIL, SNALS, proseguito con la spregevole manovra della finanziaria 2006 dal governo Berlusconi, e condotto a termine dall'attuale secondo governo Prodi, viene in mente solo la storia dei due compari, che di giorno facevano finta di litigare e la notte andavano a rubare insieme.

Se questo Governo di centrosinistra vuole, può ancora fare qualcosa, inserendo nella finanziaria 2008 l'abrogazione dell'art. 1 comma 218 della legge 266/2005 (finanziaria berlusconi). In questo modo si può porre fine a una misera pagina della cronaca politica italiana, riaffermando nel nostro Paese almeno un minimo di certezza del diritto.

Riuscirà questo secondo Governo Prodi, per certi versi peggiore del primo, a realizzare una piccola, sia pure moderata, sterzata a sinistra, ossia a favore dei lavoratori?

L'abrogazione dell'art. 1, comma 218, legge 23 dicembre 2005, n. 266 rappresenterebbe un piccolo ma significativo segnale di discontinuità con la politica berlusconiana.

Una cosa è certa, se la politica del Governo Prodi continuerà ad essere quella del Governo Berlusconi, alle prossime consultazioni politiche neanche un miracolo potrà salvare la coalizione di centrosinistra; non bisogna essere profeti per capire che vincerà il centrodestra con un astensionismo che non avrà precedenti. Anche perchè Berlusconi perlomeno non si spaccia di sinistra e non ha l'aggravante di avere all'interno della propria coalizione una pseudo fantomatica sinistra radicale.
Angelo De Finis

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