mercoledì 30 dicembre 2009

CHIARIMENTI


Ringrazio l’avv. Sullam per la lettera chiara e realistica che ci ha inviato e nel contempo mi chiedo che cosa abbia indotto alcuni colleghi ad interpretare in modo distorto le indicazioni date.
Intanto è evidente che nessuno di noi ha delle certezze sulla via più giusta da intraprendere, cerchiamo tutti di confrontarci, ma soprattutto di non escludere alcuna possibilità che ci aiuti a migliorare la nostra assurda posizione. E’ ovvio che nessuno di noi vuole abbandonare il contenzioso in corso, che riguarda il riconoscimento integrale dei servizi pregressi, come previsto dalla Legge 124/99.
L’avv. Sullam è stato il primo a lottare per questo ed ha continuato la vertenza legale anche quando i sindacati hanno dichiarato che, per loro, la questione era chiusa: ha convinto la Cassazione a riproporre il problema alla Corte Costituzionale e preparato i ricorsi alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, e questa via verrà abbandonata solo se ci sarà un diniego anche dalla CEDU. Questa posizione è evidente anche da quello che abbiamo scritto sulla domanda di ricostruzione: “Senza recesso dalle eventuali controversie in corso in punto: esatta applicazione della legge 124/1999”.
Quindi non abbandoniamo proprio nessuno, apriamo un piccolo spiraglio nell’eventualità che il diritto previsto dalla Legge 124/99 venga cancellato anche dalla CEDU.
Quanto al riconoscimento dei servizi prestati nelle scuole, le disposizioni parlano sempre di servizi pre-ruolo a tempo determinato o di ruolo in carriera inferiore e quindi non sappiamo, in un eventuale contenzioso, se effettivamente il nostro servizio di ruolo nella stessa qualifica verrebbe ridotto. In materia di personale scolastico proveniente da altri comparti, l’unico precedente rispetto alla L.124/99 è costituito dalla L. 31/12/62 n. 1859 ( art. 19) che soppresse le Scuole di avviamento professionale e istituì la nuova Scuola Media unica. Il personale ATA, fornito dai Comuni alle soppresse scuole, transitò nei ruoli del personale statale con l’effettivo riconoscimento giuridico ed economico dell’intera anzianità prestata nella Scuola. E’ evidente che il riconoscimento del solo servizio scolastico, magari ridotto, è ingiusto e penalizzante, ma di fronte ad una eventuale chiusura negativa della nostra vertenza, anche in sede europea, (perchè a livello nazionale non c’è più nulla da sperare) che cosa ci resterebbe? Quanto alla prescrizione decennale, è vero che chi ha un ricorso in ballo lo ha per avere una giusta ricostruzione di carriera, ma la richiesta si basa su un diritto inserito in una Legge che è stata interpretata retroattivamente e che nei fatti è stato abrogato e nel contempo potrebbero prescriversi altri diritti inseriti in altre disposizioni di Legge a cui ci potremmo appellare. La domanda è una tutela in più, infatti, al momento non stiamo aprendo un nuovo contenzioso. Ricordo, poi, che in base alla C.M. 24/3/99 n. 78, la ricostruzione di carriera è alternativa alla temporizzazione, fermo restando, in ogni caso, il diritto al trattamento più favorevole, quindi penso che nessuno abbia nulla da perdere.
Un abbraccio a tutti.
Rosella Arditi

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